LITOSTRATIGRAFIA E MICROPALEONTOLOGIA DEL SOTTOSUOLO NELL’AREA A EST DI MILANO: STUDIO INTEGRATO DI CUTTINGS DI PERFORAZIONE DI POZZI PER LA RICERCA IDRICA

Abstract This note concerns unpublished subsurface lithostratigraphic and micropaleontologic studies based on the perforation cuttings of 26 potable water wells, drilled in an area between the Lambro and Serio rivers, in the Lombard Po Plain (Northern Italy). The lithostratigraphic study is based on about 985 samples, the micropaleontologic analysis on about 438 samples and the compositional analysis on about 340 samples. This data helps the stratigraphic interpretation and correlations among the sequences drilled in the Lombard Po Plain (Northern Italy).

In each well, from top to bottom, one finds fluvioglacial gravels and sand, whose depths ranges from a few meters to about 40 m, characterized by mixed compositions (metamorphic and sedimentary, roughly commensurable). These fluvioglacial deposits overlay conglomerates and partially cemented gravels, having a mixed composition in the western area, whilst in the East (from the Adda to the Serio rivers) the sedimentary component is definitely prevalent over the metamorphic one; in both cases we attribute these sequences to alluvial plains where braided rivers run. Further down, an interval of dominantly fine sediments, locally rich in flora with rare macrofossil, occurs, alternating with sands and gravels attributed to canalized bodies. The rare presence of gastropods, coverings and megaspores of Azzolla filiculoides and Salvinia natans, sweet-water ferns, in the clay sediments suggests a distal alluvial plain environment, swept by meandric rivers, evolving towards a delta or lagoon environment. The whole continental sequence is dated by the Authors to an age between the end of early Pleistocene (Calabrian) and the middle and late Pleistocene. Below these continental sequences, every analysed well drilled marine-transitional and marine facies, at depths of several tens of meters, mostly between 60 m and 120 m in the central part of the studied area and up to 140 m to 200 m on the borders (Nova Milanese, Treviglio and Ponte San Pietro).

On the basis of the occurrence of biostratigraphic markers, such as Bulimina marginata, B. elegans marginata, Hyalinea balthica, Globigerina calabra, etc., the foraminiferal assemblages allowed to date the marine sediments to a time interval encompassing the Gelasian to the Calabrian. From older to younger marine deposits, diverse specific composition and abundance characterize different benthic foraminiferal assemblages, typical of outer neritic to inner neritic bottoms, well correlatable to the similar assemblages of the Pleistocene regressive succession of the Northern Adriatic and eastern Po Plain.Moreover, the Monza via Boccaccio borehole is proposed as a reference site, for its high-density sampling, its good sequence of biostratigraphic markers, and for its succession well representative of the local paleoenvironmental evolution.

Riassunto In questa nota vengono presentati dati di sottosuolo inediti provenienti dallo studio di cuttings di perforazione di 26 pozzi ad uso idropotabile provenienti dall’area compresa fra il fiume Lambro e il fiume Serio nell’alta pianura lombarda (Italia settentrionale). I dati ricavati attraverso lo studio litostratigrafico di circa 985 campioni, l’analisi micropaleontologica di circa 438 campioni e l’analisi  composizionale  delle  ghiaie  su  circa  340  campioni vanno ad implementare la banca dati su
l’area e portano elementi utili alla interpretazione e correlazione dei dati stratigrafici sul sottosuolo della Pianura Padana Lombarda centro-settentrionale.

In tutti i pozzi dall’alto verso il basso si sono rinvenute ghiaie e sabbie, con spessori variabili da pochi metri a circa 40 m, a composizione mista (metamorfica e sedimentaria grossolanamente paritaria) e di origine fluvioglaciale. Fanno seguito conglomerati e ghiaie parzialmente cementate aventi nell’area centro occidentale una composizione mista, mentre a oriente (dall’Adda al Serio) la componente sedimentaria è nettamente prevalente sulla metamorfica; in entrambi i casi le sequenze sono riconducibili a piane alluvionali prossimali percorse da corsi d’acqua di tipo braided. Al di sotto segue un intervallo costituito da sedimenti prevalentemente fini, localmente ricchi in vegetali con rari macrofossili, alternati a sabbie e ghiaie riferibili a corpi canalizzati. La presenza, seppur rara, nei sedimenti argilloso limosi di gasteropodi, opercoli e megaspore di Azzolla filiculoides e Salvinia natans, felci di acqua dolce,suggerisce un ambiente di piana alluvionale distale, percorsa da corsi d’acqua di tipo meandriforme, in evoluzione verso una piana deltizia e una laguna. L’intera sequenza continentale è considerata dagli Autori di età compresa fra la fine del Pleistocene inferiore (Calabriano) e il Pleistocene medio e superiore. Seguono le facies marino-transizionali e marine, presenti nel sottosuolo di tutti i pozzi analizzati a diverse decine di metri di profondità, nella maggior parte dei casi comprese fra i 60 m e i 120 m di profondità circa nella parte centrale dell’area in esame, mentre ai suoi estremi (Nova Milanese, Treviglio e Ponte San Pietro) le profondità aumentano fino a 140-200 m. L’analisi delle associazioni a foraminiferi ha permesso di datare i sedimenti marini ad un intervallo complessivamente compreso tra il Gelasiano e il Calabriano, grazie al riconoscimento di specie bentoniche e planctoniche (Bulimina marginata, B. elegans marginata, Hyalinea balthica, Globigerina calabra, ecc.) utili per l’interpretazione biostratigrafica.

Nei livelli marini, da quelli più antichi a quelli più giovani, in base alla composizione e abbondanza specifica è stato possibile riconoscere differenti associazioni di foraminiferi bentonici, tipiche di fondali circalitorali fino a infralitorali, ben confrontabili con quelle riconosciute nella successione regressiva pleistocenica dell’Adriatico settentrionale e del margine della Pianura Padana Si propone come riferimento il pozzo Monza via Boccaccio, con una profondità di 260 m e una densità di campioni che non ha confronto con nessun altro pozzo allo stato attuale delle ricerche, in quanto presenta la successione più completa di indicatori biostratigrafici e meglio rappresentativa dell’evoluzione paleoambientale dell’area esaminata.